Lubiana è la città più grande e popolosa della Slovenia, nonché sua capitale. È di certo una città a misura d’uomo con un centro storico completamente chiuso al traffico e moltissime aeree verdi a contorno. Detiene il titolo di “Capitale verde d’Europa”, un premio meritatissimo per essere riuscita a diminuire il traffico di vetture private ed aumentare la circolazione tramite mezzi pubblici o pedonale.
L’abbiamo visitata in autunno e i colori della natura ci hanno lasciato senza parole ma l’impressione è che sia un viaggio da poter fare in qualsiasi periodo dell’anno, per scoprire colori sempre nuovi.
Il nostro ponte, lungo 1250 km, è durato 5 giorni. Se siete curiosi di scoprire di più ecco le tappe di cui si è composto.
Giorno 1: Centro storico
Siamo partiti in tarda mattinata, il presto della classica prima giornata di viaggio di Paolino, non ancora entrato nel mood della vacanza. Dopo 5 ore di strada, paninazzi unti in macchina, canzoni stonate e i soliti lavori in corso (penso gli stessi che abbiamo trovato 5 anni prima per andare in Croazia) arriviamo a destinazione che è già buio.
Tips for Trips: Per guidare in autostrada in Slovenia è necessario acquistare il bollino, un contrassegno di forma quadrata formato da due parti un talloncino che dev’essere rimosso e conservato e una parte superiore, adesiva, che dev’essere esposta in modo ben visibile sul parabrezza. Questo si può trovare sia nei distributori di benzina in Slovenia che nei Paesi confinanti e ha diverse durate, noi abbiamo optato per il bollino settimanale. La validità del bollino semestrale, mensile e settimanale viene segnalata tramite una foratura che verrà applicata sulla vignetta dal rivenditore stesso.
La nostra stanza è in centro, a pochi passi dal Ponte dei Draghi, simbolo della città. Dalla finestra ci affacciamo sui tavoli all’aperto dei locali nella via sotto di noi (nonostante il clima poco clemente sono stracolmi di gente e illuminati a festa). Il fiume Ljubljanica scorre a pochi metri e di fronte si scorge il caratteristico Mercato Centrale aldilà del Ponte dei Macellai adornato di sculture moderne ma anche di lucchetti legati alle balaustre (pare sia stato insignito del titolo di “Ponte dell’Amore” dai ragazzi del posto).
Giorno 2: Gola di Vintgar, Cascate di Šum e Lago di Bled
Pronti via ci spostiamo da Lubiana, ci sono delle escursioni stupende che non possiamo perdere, bellezze naturali che chiudono i cancelli ai turisti in novembre, sfruttiamo quindi questi ultimi giorni di Ottobre.
Prima tappa, a 50 minuti da Lubiana, è la Gola di Vintgar. Con i suoi 1,6 km di lunghezza, si snoda tra le alte pareti verticali dei monti Hom e Boršt ed è scolpita dal fiume Radovna, formando cascate e rapide. La gola è attraversata da un percorso pedonale su ponti di legno. Inutile dire che, con i colori dell’autunno prepotenti e intensi, il paesaggio ci lascia senza parole… ci immergiamo nella natura e neanche il freddo sembra più così pungente.
In fondo al percorso, a circa 1,5 km dall’entrata, troviamo un maestoso ponte in pietra ad arco singolo: si tratta del Vecchio Ponte della Ferrovia di Bohinj, alto ben 33,5 metri e lungo 65 metri. Costruito tra il 1904 e il 1905 e oggi il più grande ponte ferroviario ad arco in pietra conservato ancora nella sua interezza in territorio sloveno.
Una volta passato il tornello dell’uscita ci troviamo di fronte al bar. Nel retro c’è una ripida scala che scende verso una piccola valle. In fondo alla scala ci sono le indicazioni per la spettacolare Cascata di Šum: si tratta dello stesso torrente che attraversa la Gola che si getta con impeto continuando il suo percorso. Sotto la cascata c’è anche una piccola centrale idroelettrica che però non è visibile.
Da qui partono due diversi percorsi per tornare all’entrata. Se si procede oltre la cascata Šum, in direzione sud-est in salita sul monte Hom, si può arrivare alla pittoresca chiesa dedicata a Sv. Katarina sopra al villaggio di Zasip. Da qui si può godere di uno splendido panorama sulla catena delle Caravanche, delle Alpi Giulie, incluso il Triglav, e la vallata di Bled. Il secondo percorso (o proseguo del primo) passa attraverso il paese di Blejska Dobrava. Girando a sinistra oltre la cascata Šum e attraversato il ponte si procede lungo una ripida scalinata che porta rapidamente verso l’alto fino al villaggio di Blejska Dobrava. Proseguendo lungo la strada asfaltata oltre le case fino alla fine dell’abitato si arriva ad un sentiero nel bosco che riporta alla capanna di tronchi all’ingresso della gola.
Orari: Tutti i giorni. Fine settimana e festivi di aprile: dalle 9.00 alle 17.00; aprile nei giorni feriali: dalle 10.00 alle 16.00; 1 maggio – 26 maggio dalle 9.00 alle 17.00; 27 maggio – 23 giugno: dalle 8.00 alle 18.00; 24 giugno – 15 agosto: dalle 7.30 alle 19.00; 16 agosto – 10. settembre: dalle 8.00 alle 18.00; 11 settembre – 8 ottobre: dalle 8.00 alle 17.00; 11 ottobre – 31 ottobre: dalle 9.00 alle 16.00.
Per pranzo ci spostiamo sul Lago di Bled, nella parte sud-ovest, la più vicina all’omonima isola. Appena arrivati ci si apre un vero e proprio paesaggio da cartolina in una atmosfera fiabesca. Al centro del lago si trova la piccola Isola di Bled, l’unica isola naturale della Slovenia che si dice sorga dove prima si trovava un tempio dedicato a Živa, la dea pagana della vita e della fertilità. Sull’Isola sorgono diversi edifici tra cui la barocca Chiesa dell’Assunzione e la Casa del Prevosto, attualmente adibita a museo. Inoltre, sulla sponda meridionale è collocata una lunga scalinata di 99 gradini: secondo una tradizione popolare, il giorno delle nozze, lo sposo la deve percorrere a piedi tenendo in braccio la sposa per far sì che il matrimonio abbia fortuna.
Ho amato la storia della sua nascita: In tempi remoti, sul punto dove oggi sorge il lago non c’era acqua bensì una valle erbosa e una montagnola con una roccia intorno alla quale, di notte, danzavano le fate. In quella valle i pastori facevano pascolare le loro greggi intorno alla roccia fatata. Le fate chiesero ai pastori di recintare l’area in cui esse ballavano, in modo che l’erba morbida non mancasse mai. I pastori ignorarono la loro richiesta, finché un giorno la fata più giovane e bella, ballando, inciampò e si ruppe un piede. Le fate, furibonde, chiamarono a sé tutti i torrenti montani che accorsero in valle e la allagarono. Al centro del lago rimase solo la montagna con la roccia, sulla quale, da quel momento in poi, le fate poterono ballare indisturbate. Così è nato il Lago di Bled.
Dopo aver gironzolato attorno al lago, non potevamo farci mancare il percorso di trekking per raggiungere il punto panoramico Ojstrica (i punti panoramici in realtà sono tre – Ojstrica, Mala Osojnica e Velika Osojnica – ma il compromesso è stato di sceglierne uno… con buona pace di Paolino ho scelto il più impervio).